M'HORO
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BIO
Artista dal volto ignoto, che lavora con materiali di recupero industriale, in particolare radiatori di auto, ha raggiunto il successo di pubblico e critica partecipando a diverse esposizioni e fiere in Italia e all’estero. Recentemente il
suo lavoro è stato presentato da Vittorio Sgarbi.
Un artista fuori dalle righe sulla cui identità aleggia il mistero, scoperto a Palazzolo e ora in procinto di creare scompiglio nel panorama dell’arte contemporanea italiana, tanto da essere notato e lodato da Vittorio Sgarbi.
Si fa chiamare semplicemente con lo pseudonimo di M’Horò e di lui (o lei) si conosce davvero poco. Non ha mai rilasciato interviste: per lui parlano solo le sue opere e ciò che ci suggeriscono è un mondo dove il passato degli oggetti torna prepotentemente a riemergere in nuove forme.
L’artista, la cui provenienza non è nota ma è probabile sia stabile nell’Ovest bresciano, realizza le sue opere da vecchi radiatori di automobili ed elettrodomestici. Questi diventano, una volta ossidati e modificati, delle bandiere o dei grattacieli, tant’è che proprio alcuni architetti si sono già interessati ad acquisirne le opere per trarre ispirazione per nuovi avveniristici progetti.
Non è un caso che M’Horò sia considerato dai critici l’erede di Angelo Brescianini, l’artista palazzolese che negli ultimi anni ha girato i Continenti con le sue opere create con colpi di pistola. Come Brescianini, anche M’Horò è stato infatti scoperto dal professor Antonio Falbo della Galleria «Il Minotauro» di via Torre del Popolo. Le opere di m'horo sono state esposte anche alla galleria Colossi di Brescia, al Lattuada Studio di Milano, a Londra e New York.